Allora? Ti sei sfogata?

 

No, è che oggi, giovedì pomeriggio, tre aprile, ore diciotto, c’è l’inaugurazione: moltissima gente, artisti giapponesi, francesi, svizzeri, vicino a me un bel ragazzo cubano e poi un messicano ed un canadese. Cosa sperare di più. Che bell’internazionalismo! Lo dico sempre che l’arte salverà il mondo! Acqua San Pellegrino in pole position, discorso e video, inaugurazione classica. Molti complimenti, auguri, felicitazioni, ma sì dai, anche Federico è divertito. Io sono contenta, è una bella botta di fiducia in se stessi.

 

La nostra collettiva si chiama: “Pulse of Astraction”, ma non viene presentata solo questa mostra.

Un’altra parallela si chiama “”Synchronicity” ed un’altra ancora al piano superiore “Sensorial Perspectives”,  praticamente solo qui in Agora Gallery, venticinque artisti con almeno cinque opere ognuno.

 

Alcuni lavori sono effettivamente molto interessanti, mi piace Luca Viapiana con la sua tecnica di dipingere sopra uno strato di scontrini fiscali rigorosamente di un’unica persona. Mi piace molto la francese Marie Gailland ed il fotografo Scott Forsyth, canadese.

In un’altra parte della Galleria sono esposte opere di asiatici in una collettiva chiamata “East meets west” con ancora otto artisti, soprattutto donne. Io simpatizzo con un giovane giapponese, come riusciamo ad intenderci è un vero mistero, sono certa che ci abbia messo lo zampino lo spirito Zen… che non ha nulla a che fare con le corna del nostro diavolo… quest’ultimo avrebbe fatto di tutto per allontanarci, cattivo Faust occidentale!

Facciamo entrambi una fotografia davanti ai nostri dipinti… guardando ora la fotografia, pare di vedere una figura… un figurante… ahahah…

 

Scambio due parole con il ragazzo cubano che è qui con tutta la famiglia, si chiama Alejandro Tejeda Mora e mi dice che fa il pittore di professione con un atelier proprio all’ Avana. E’ un ritrattista, figurativo, tecnica perfetta.

Altra pittrice interessante è Karen Keil Brown che realizza paesaggi alla Turner. Belli davvero i suoi dipinti, piacciono anche a Giò.

Girovagando per il quartiere  mi rendo ben conto che se la mia Opificina fosse qui, potrei senz’altro vivere di arte;  il quartiere è tranquillo, ma molto frequentato, con molte art gallery ricavate in scantinati e magazzini o in vecchi edifici a mattoni  rossi con le caratteristiche scale esterne per i pompieri… o per i ladri.

Molti alberi e addirittura una vecchia linea ferroviaria trasformata in giardino sospeso, molto frequentata per passeggiate bohémien.

Ah che sognatrice inde…fessa!

 

Scusa, ma ti ho ferito? Forse che faccio del male a qualcuno? Non ti piace la mia pittura? Preferisci Raffaello? Scusa, guarda che quello della Sistina è Michelangelo…non sestina, Sistina… Papa Sisto quarto. Ci fai o ci sei? Ma dai! Comunque, non prendertela e  spostati un attimo, il mondo è così grande e variegato! Preferisci vedere che una mela è una mela e che un ritratto è perfettamente dipinto ad olio come una fotografia? Benissimo, sono d’accordo, però scusa, spostati un attimo, ho un’idea da realizzare prima di crepare!

Dai, te l’ ho chiesto gentilmente, non fare l’artista egoista malato di protagonismo che è bravo solo lui e gli altri non contano niente, sii largo di vedute, lungi-mirante, mirante… lungi… da me, uno come te.

 

Voglio qui ricordare la mia insegnante di Storia dell’Arte, professoressa  Saibene, la meravigliosa donna che ha risvegliato in me l’amore per la pittura; è vero che diventiamo ciò che siamo e alla fine conosciamo cose che sono già dentro di noi e che “il destino”, “il fato”, “la ferramenta”, portano alla luce…

 

 

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